AVVERSITA’ DEL CASTAGNO
1). Malattie delle radici e del colletto

- Mal dell’inchiostro. Malattia originata dai funghi oomicete Phytophthora cambivora e Phytophthora cinnamomi i quali possono sopravvivere per molti anni nel terreno. Le infestazioni si manifestano con ingiallimento e microfilma limitata a certe parti oppure diffusa su tutta la chioma, con ricci che rimangono piccoli e portati all’estremità superiore delle branche. La morte dell'albero sopraggiunge in un periodo di poche settimane per i casi più gravi ma 3-4 anni è la vita media della pianta malata. In prossimità del colletto, asportando la corteccia delle piante infette, sono ben evidenti le caratteristiche macchie scure a fiamma o a diagramma che possono risalire il tronco anche per più di un metro.
- Marciume radicale. Il più comune è causato dal biasidiomicete Armillaria mella, che colpisce la parte ipogea ed il colletto di piante, tra cui anche il castagno, già debilitate per altre cause. I sintomi della parte aerea non sono specifici e si manifestano con una stentata crescita dell’ospite, con clorosi fogliari, appassimenti e disseccamenti. Le manifestazioni tipiche della malattia devono essere ricercate in prossimità del colletto e delle radici in cui si trova il caratteristico feltro miceliare bianco.

2). Malattie del tronco

-Cancro della corteccia. Fra le patologie più dannose per il castagno si trova il cancro della corteccia causato dall’ascomicete Criphonectria parasitica. La penetrazione del fungo nell’ospite avviene attraverso ferite della corteccia di varia natura e dimensione; sono sufficienti anche piccoli traumi provocati dalla grandine, dal vento, dal gelo. Lo sviluppo del micelio nella corteccia causa la necrosi del periderma e dei tessuti cambiali,mentre esternamente produce depressioni nella corteccia di colore bruno rossastro che successivamente evolvono in cancri, ossia necrosi corticali caratterizzate da fenditure di varia profondità ed estensione nel cui interno e sulla loro superficie si distinguono le fruttificazioni rosso aranciate. Sollevando la corteccia nella zona depressa si nota un micelio di color crema ad accrescimento a ventaglio che rappresenta un carattere fondamentale ai fini diagnostici della malattia.
Quando il cancro circonda tutto il ramo o il pollone la parte soprastante dissecca rapidamente e caus ala morte delle cellule cambiali, le foglie rimangono attaccate ai rami morti per uno o più anni, permettendo di osservare l’intensità degli attacchi e di valutare la frequenza.
Ricerche più recenti hanno individuato diversi tipi di cancro distinguibili come di seguiti indicato: Cancro normale, anormale, intermedio.
Dalle ricerche di laboratorio è stato possibile riscontrare una differenza morfologica dei miceli ottenuti da cancri anormali rispetto ai normali dovuta ad una colorazione biancastra del micelio di questi e da scarsa o assente produzione picnidica. Tali isolati sono stati denominati ipovirulenti. Il fenomeno dell’ipovirulenza è alla base della ripresa vegetativa dei castagni affetti da cancro della corteccia in cui l’ospite riesce ad isolare l’infezione del parassita senza che vi sia alcun intervento esterno.

3). Malattie fogliari

- Oidio. E’ una malattia comune di altre Fagacee ed è causata da un fungo ascomicete. L’infezione si manifesta in estate sulla lamina fogliare e sui rametti con un feltro biancastro costituito da ife fungine che, espandendosi può ricoprire l’intera foglia. Le foglie colpite ingialliscono, seccano e cadono precocemente,mentre i polloni e i germogli si ricoprono di muffa bianca deformandosi.
- Ruggine fogliare (fersa). Il responsabile della malattia è un fungo ascomicete e danneggia anche altre latifoglie come il nocciolo e le querce. I sintomi sono evidenti sulle foglie in estate, in realtà vengono interessate anche tutte le altre parti verdi, presentando ingiallimenti della lamina e punteggiature irregolari di colore scuro. Nel caso di attacchi gravi la pianta può essere defogliata completamente.
4). Malattie dei frutti
- Muffa verde delle castagne. E’ causata da un fungo Penicilium crustaceum che si sviluppa sui cotiledoni ricompresi di un feltro verdastro;la presenza di questa patologia è indice di cattivo arieggiamento e umidità eccessiva nei locali di conservazione delle castagne.
- Muffa nera delle castagne. Questa patologia è molto più frequente e dannosa della muffa verde ed è causata da Ciboria castaneae- Il fungo si accresce sui cotiledoni degradandoli in un ammasso nero e invade poi anche tutto il resto della castagna. La Ciboria è un pericoloso ed attivo parassita e può infettare l’ospite sia durante la fioritura che dopo la caduta delle castagne sul terreno. I frutti infettati nonsono più commestibili dato che diventano morbidi, disseccano e mummificano.
- Mummificazione delle castagne. L’agente o il micete Phomopsis andogena che con la mummificazione delle castagne conferisce alla castagna un sapore sgradevole; il frutto appare all’interno del pericarpo di colore bianco gessoso e duro al tatto.
5). Danni da insetti.
- Tortrice precoce, Tortice intermedia e Tortrice tardiva delle castagne. Fra questi insetti il più dannoso per le castagne è la Tortrice tardiva – Cydia splendana -. L’adulto di questo lepidottero si distingue dagli altri per la presenza di una macchia nera visibile ad ali chiuse. La sua attività si svolge dalla fine di agosto alla fine di settembre con il picco dei voli abbastanza limitato nella seconda settimana di settembre. L’attività biologica coincide con la fase di maturazione dei frutti. L’ovodeposizione è effettuata nelle due pagine fogliari o alla base dei ricci. Le larve neonate , scavando una galleria periferica, raggiungono poi il punto di attacco di ciascuna castagna e penetrano all’inetrno di una di esse. Durante la crescita divorano il contenuto danneggiandolo irrimediabilmente.
- Il Balanino. Piccolo Coleottero che si nutre a spese dei frutti del castagno e quercia. L’insetto, di forma ovoidale, di colore grigio-giallastro, provvisto di antenne rossicce è caratterizzato da una protuberanza del capo detta rostro, alla cui estremità si trova l’apparato boccale. Le larve sono bianche, carnose e con una curvatura a C. Dopo l’accoppiamento la femmina apre con il rostro un foro nel riccio fino a raggiungere il seme, dove depone un uovo (raramente 2 o 3). Le larve neonate si nutrono della polpa delle castagne e dopo 45 giorni circa fuoriescono e si lasciano cadere al suolo. Nei mesi di luglio – agosto si trasformano in pupe e dopo circa 15 giorni compaiono gli adulti.
- Vespa cinese. La vespa cinese (Dryocosmus kuriphilus Yasamatsu) è uno degli insetti più dannosi per il castagno. Simile ad una piccola vespa lunga circa 2,5 mm, è originario del nord della Cina: era sconosciuto in Italia fino al 2002, anno in cui è stato accidentalmente introdotto, ed oggi è segnalato in tutto il Paese. La presenza del parassita si manifesta con le caratteristiche galle (ingrossamenti di forma tondeggiante e dimensioni variabili da 5 a 20 mm di diametro, di colore verde o rossastro) che, in caso di forti attacchi, rallentano lo sviluppo vegetativo delle piante e riducono drasticamente la fruttificazione, pur senza portare le piante alla morte. All'interno delle galle ci sono le larve dell'insetto, che in estate danno origine alle piccole vespe adulte, le quali depongono subito le uova nelle gemme presenti in quel momento sulla pianta. Le larve trascorrono autunno e inverno all'interno delle gemme senza che esternamente vi siano sintomi particolari; in primavera, alla ripresa vegetativa, la presenza delle larve determina una forte reazione nelle gemme, con la formazione delle galle su foglie e germogli. La vespa cinese si diffonde mediante il materiale di propagazione infetto e grazie al vento, che può trasportare le femmine adulte fino a 10-15 km dalla pianta in cui sono sfarfallate. Va considerato che la popolazione di vespa cinese è composta da sole femmine, per cui è sufficiente l'arrivo di un solo insetto in un castagneto per propagare l'infestazione. Gli insetticidi non sono efficaci per il controllo della vespa cinese, in tutto il Paese, in collaborazione con l'Università di Torino, sta sperimentando la lotta biologica mediante l'impiego di un nemico naturale, un piccolo imenottero - Torymus sinensis - in grado di parassitizzare le larve di vespa sono stati liberati adulti dell'imenottero parassitoide nei pressi di giovani castagni con presenza di galle, segno inconfondibile della presenza della vespa.
Per cercare di contrastare la diffusione dell'insetto deve essere utilizzato soltanto materiale vivaistico munito di passaporto delle piante e proveniente da zone esenti, sulla base di quanto stabilito dal Decreto Ministeriale 30 ottobre 2007 (disponibile di seguito nella sezione Documenti). Il materiale destinato alla propagazione (gemme e marze) proveniente dalle aree con presenza dell'insetto non può essere portato al di fuori della zona di insediamento, e lo spostamento all'interno della zona infestata deve essere richiesto al Servizio Fitosanitario Provinciale. LA COOPERATIVA CASTANICOLTORI TRENTINO ALTO ADIGE E’ IN GRADO DI FORNIRE IL MATERIALE VIVAISTICO ESENTE. Il taglio delle galle può essere utile solo precocemente (maggio-giugno) e nei casi di scarsa infestazione. In tutte le altre situazioni, specialmente nelle località in cui sono in atto iniziative di lotta biologica, il taglio delle galle è controproducente perché potrebbe ostacolare la diffusione di T. sinensis. Inoltre il taglio è sempre da evitare in autunno, quando le galle sono state abbandonate dalla vespa cinese ma potrebbero contenere dei parassitoidi indigeni.